Con la Kinesiologia la ricerca dell’equilibrio perfetto
A cura di Fausto Nicolli

La kinesiologia, come molte altre metodologie, cerca di valutare l’essere umano nella sua interezza senza volersi fare condizionare dal sintomo presentato
dalla persona esaminata.

Questa valutazione può essere chiamata “osservare il triangolo”.

In effetti, l’esame iniziale deve prendere in analisi i tre lati del triangolo equilatero kinesiologico i cui lati sono: 

  1. Struttura.
  2. Biochimica.
  3. Psiche-Emozione.

 

Quando questi tre lati hanno un’eguale potenzialità, il triangolo è equilatero e quindi la persona vive in uno stato di equilibrio che può aiutarla a mantenersi in salute senza un grosso dispendio energetico.

Più il triangolo viene a trovarsi in una situazione non equilatera e più l’individuo fatica a mantenere il proprio stato di salute e, per cercare di farlo, consuma una quantità enorme di energia.

Il risultato finale di questo squilibrio porterà nel tempo a sintomi sempre più importanti e, infine, alla malattia.

vediamo un paio di esempi:

Caso 1

Immaginiamo un soggetto che si alimenta in modo abbondante e scorretto. Questo porterà ad un aumento del lato biochimico dell’individuo, con conseguente adattamento di un lato e compressione dell’altro.

In questo caso ne risente visivamente il lato psiche e quindi potremmo avere una persona con problemi sulla sfera emozionale, o di stress, insonnia, cefalea o quant’altro.

Ma questi problemi emotivi sono sintomi di un disagio della sfera biochimica. Lavorare sul lato emozionale produrrà, in questo caso, solamente un risultato sintomatico!

Caso 2

Facciamo il caso opposto. Qui è un sovraccarico emotivo che mantiene squilibrato il triangolo, con un adattamento strutturale e un disequilibrio biochimico.

Ecco che il soggetto potrà soffrire di intolleranze alimentari, o di candida o altri disagi riconducibili alla sfera biochimica. Anche in questo caso il lavoro a questo livello produrrà risultati parziali. Sarà il lavoro sulla sfera psichica a dare il giusto riequilibrio biochimico.

Si potrebbero fare molti altri casi con squilibri, ad esempio, della struttura e conseguenza su uno degli altri lati o, addirittura, con effetto su due lati contemporaneamente, ecc..

Il kinesiologo, attraverso il test muscolare, cerca di determinare lo “squilibrio causalista”, per poter ridare al corpo la capacità di autoguarigione.