CHE COSA E’ LA FITOTERAPIA

La fitoterapia (dal greco phytón ovvero pianta e therapéia ovvero cura) è quella pratica che prevede l’utilizzo di piante o estratti di piante per la cura delle malattie o per il mantenimento del benessere psicofisico.

BREVE STORIA

Fin dalla preistoria l'uomo ha imparato a curarsi con le piante, osservando l'uso che ne facevano gli animali, pertanto le piante rappresentano la forma più antica di medicina
Tutte le civiltà che si sono susseguite nei secoli hanno studiato ed impiegato le piante per fini curativi.
Risalendo indietro nel tempo, in senso cronologico abbiamo avuto la civiltà assiro-babilonese con le tavolette di Ninive; la civiltà ebraica con la Sacra Scrittura; la civiltà egizia con il papiro di Smith; la civiltà greca con gli scritti di Aristotele, Ippocrate, Teofrasto, Mitridate; la civiltà romana con quelli di Catone, Dioscoride, Galeno; con la civiltà araba abbiamo la comparsa delle prime farmacie e l'avvio su larga scala del commercio di spezie, profumi e coloranti; la civiltà medievale ha visto inceve la nascita delle prime scuole di medicina e nei monasteri degli orti botanici, dove tutt'ora si coltivano ancora le piante medicinali.
In Occidente la fitoterapia si è sviluppata secondo la “dottrina delle signature”: ossia, le virtù terapeutiche dei vegetali vengono dedotte da una similitudine di forme con il corpo umano.
La fitoterapia moderna si può dire che abbia avuto origine nel periodo rinascimentale con la nascita delle prime scuole mediche laiche e delle prime università (Scuola medica salernitana sec. XI-XIII, Università di Montpellier sec. XII). Paracelso, i Medici, gli Estensi, Leonardo da Vinci favoriscono la ricerca, che tra le varie innovazioni porta alla creazione dell’orto botanico di Padova e poi a quello di Pisa. Si assiste ad un progressivo allontanamento dall’empirismo degli alchimisti a favore di una verifica scientifica con mezzi di indagine sempre più sofisticati. Ciò consente a Carlo Linneo (1707-1778 d.C.) lo studio sistematico delle piante e la determinazione di regole rigorose per la coltivazione e la raccolta delle erbe medicinali.
Ancora oggi gli studiosi, oltre a isolare i principi attivi più importanti, cercano di comprendere per quale motivo una pianta usata nella sua totalità dia effetti diversi da quelli ottenuti con l’utilizzazione del suo solo principio attivo. Questa differenza di azione è stata imputata al cosiddetto fitocomplesso, che secondo le ricerche più recenti è considerato come una entità biochimica unitaria e dinamica (Università di Bologna).
Le Piante Officinali sono quelle piante, riconosciute dalla farmacopea fitoterapica internazionale, per avere al loro interno principi attivi, principi complementari ed altre sostanze che compongono quell'insieme noto come “fitocomplesso” della pianta, che rendono la pianta stessa utile nel contrastare stati patologici o alterati di un organismo, sia esso umano o animale al fine di apportare quel corollario di sostanze che, interagendo con l'organismo con cui entrano in contatto, ne rafforzano, riequilibrano o supportano la funzionalità organica e psico-fisica.

BENEFICI 
L’integrazione con le piante officinali apporta i seguenti benefici (a livello generale)

• miglioramento della funzionalità degli organi emuntori (preposti cioè all'eliminazione fisiologica delle tossine prodotte dal metabolismo)
• miglioramento della funzionalità endocrina, enzimatica, metabolica, escretoria e più in generale di tutti gli organi ed apparati
• incremento della forza fisica, del tono e del livello energetico, della vitalità e del benessere in generale
• modulazione della risposta immunitaria
• modulazione della risposta emotiva
• modulazione dell'azione del sistema nervoso, sia centrale che periferico

Occorre tenere presente che le piante officinali, contenendo principi attivi con azione farmacologica e con una specifica farmacodinamica, interagiscono con le molecole di sintesi presenti nei farmaci, pertanto per una eventuale integrazione con piante, occorre prestare particolare attenzione in quei soggetti che fanno uso di farmaci o che si trovano in una particolare condizione fisica che non necessariamente richiede l'intervento farmacologico come possono essere la gravidanza, l'allattamento e altre condizioni più o meno patologiche.