Fame Nervosa? Sperimenta il percorso di Alimentazione Intuitiva
A cura di Jlenia Cericola

Negli ultimi venti anni, ovvero dall’avvento del digitale, la quantità di informazioni che riceviamo per unità di tempo si è quintuplicata.
Nonostante l’iper-informazione non risulti essere di ostacolo all’apprendimento, essa tende però a sollecitare intensamente l’uso del nostro emisfero cerebrale sinistro, deputato ad attività logico-razionali, linguistiche e di calcolo, che se eccessive e costanti, ci allontanano da quell’universo sensoriale, istintivo, creativo e intuitivo che associamo all’attività del nostro emisfero cerebrale destro: è quella dimensione che sfugge alla ragione e che, proprio per questo, ci permette di rimanere in contatto con la parte più profonda di noi, la nostra interiorità, ovvero ciò che realmente siamo al di là di un corpo e una mente. 

La società di cui oggi facciamo parte molto raramente riesce a nutrire e garantire questa imprescindibile complementarietà di emisfero destro e sinistro, linfa vitale per la nostra anima: inseguiamo il ‘fare’ e l’‘avere’ dimenticandoci di ‘essere’…così la mente offusca la luce del cuore. Questo squilibrio viene profondamente interiorizzato dalla psiche e, come conseguenza di ciò, ci facciamo facilmente sedurre da diete drastiche che promettono miracoli, con tutto il loro corteo di prodotti e integratori offerti a prezzi esorbitanti ma che siamo ben disposti a pagare pur di non guardarci dentro… Ecco perché l’osservazione, la presa di coscienza e l’interpretazione psicosomatica dei nostri modelli alimentari possono gradualmente rivelarci i nostri modelli inconsci limitanti e favorire la guarigione delle nostre ferite interiori.

Nel momento in cui ridimensioniamo la nostra mente ipertrofica tornando a dare attenzione e valore anche al “sentire”, saremo in grado di percepire la nostra voce interiore e dare il giusto spazio al corpo e alle sensazioni alimentari - fame, sazietà, desiderio e appagamento.
Quest’ultime rappresentano una preziosa e insostituibile guida intuitiva e, una volta recuperata questa nostra facoltà innata, renderemo obsoleto il vecchio, limitato e coercitivo sistema delle diete.
Avremo allora la splendida opportunità di ascoltare e soddisfare consapevolmente i nostri bisogni fisici, emotivi, mentali e spirituali. Siamo degli esseri dalla triplice essenza, ovvero disponiamo di un corpo fisico, di un corpo emotivo e di un corpo mentale fra loro interdipendenti, quindi ciò che avviene a livello di uno di questi, si riflette inevitabilmente sugli altri.
Tra tutti e tre, il corpo fisico è quello di cui abbiamo più coscienza, essendo strumento e sede delle nostre esperienze sensoriali: esso è il corpo per eccellenza sul quale possiamo basarci per indagare e scoprire ciò che avviene a livello degli altri corpi, i quali essendo meno tangibili sfuggono con estrema facilità alla nostra consapevolezza.
Molti di noi hanno apparentemente perso questa dote naturale. Fin da piccoli, quando siamo ancora connessi con la nostra Essenza, ci vengono imposte rigide regole sociali e precise norme comportamentali, e la tavola non sfugge a tali leggi. Quindi accade che, per sopravvivere e al fine di ricevere amore, dobbiamo nascondere il nostro vero Sé azzittendo la nostra “voce interiore”, la sola in grado di mostrarci i nostri veri bisogni.
Finiamo così per sostituire ciò che il nostro cuore desidera profondamente con lunghe liste di cose permesse o proibite…proprio come accade con le liste dei cibi permessi o vietati contemplati nelle diete!
Mettere a tacere il proprio Sé e negare i propri bisogni per anni richiede un prezzo altissimo da pagare. Dentro di noi, tra le pieghe dell’anima, si fa largo un angosciante senso di vuoto che tentiamo di colmare in ogni modo possibile e molto spesso lo facciamo abusando di una “droga legale” chiamata cibo. Non essendo più in grado di riconoscere i nostri veri desideri e bisogni (e i due non sono in contrasto tra loro!) siamo indotti a credere che si tratti di fame fisica, così sviluppiamo un rapporto compulsivo e di dipendenza con il cibo senza riuscire a realizzare che si tratta di una fame…d’amore.

In una situazione esistenziale di questo genere, dove non riusciamo a sentirci amati e appagati, il cibo può facilmente diventare un sostituto dell’amore.
Il binomio amore-cibo si rivela potentissimo, soprattutto se da adulti non ci sentiamo adeguatamente amati e accettati: con l’intento, spesso inconsapevole, di rivivere quell’esperienza originaria di pienezza, appagamento e sazietà emotiva, facciamo in modo di rievocarla attraverso il cibo, godendo fugacemente dello stato alterato di coscienza che esso è in grado di suscitare. Ciò che ne deriva è che il nostro rapporto naturale e intuitivo con il cibo viene compromesso e degradato, trasformandosi in un doloroso rapporto di dipendenza.

Per ognuno di noi il cibo si ammanta di significati diversi che trascendono la mera soddisfazione fisica, ma esso diventa un problema solo quando diviene l’unico mezzo di cui disponiamo per affrontare le naturali tensioni della vita.
Quando per sentirci amati, placare lo stress, gestire le emozioni negative o comunicare i nostri sentimenti ci ritroviamo per l’ennesima volta ad abusare del cibo, fermiamoci un attimo, respiriamo profondamente e prendiamo coscienza del fatto che questa fame non è fame di cibo, bensì di sicurezza, di affetto, di riconoscimento, di conforto, di libertà di espressione o di appagamento da un punto di vista emotivo, sessuale o spirituale.
Poiché il mancato soddisfacimento dei nostri bisogni continuerà ad accrescere il nostro vuoto interiore e i nostri disagi esistenziali, diviene estremamente urgente domandarci, in tutta onestà, di cosa siamo veramente affamati! Dobbiamo raccogliere tutto il nostro coraggio per poter intraprendere il nostro viaggio interiore e discendere negli inferi al fine di incontrare e integrare le nostre Ombre. In tal modo riusciremo a dare un nome alla nostra fame e a riconoscerne il significato nascosto, svelandoci ciò che potrà nutrirci veramente e renderci completi.

Alimentazione Intuitiva si propone di accompagnarci in questo Viaggio. E’ un viaggio dove l’individuo evolve attraverso la coscienza e la sensorialità, là dove l’uno non può esistere e svilupparsi senza l’altro. E’ il viaggio di una coscienza divisa, separata, frammentata che desidera tornare a essere Una, completa, indivisa pur nella sua molteplicità. Questo viaggio lo compiamo posando il nostro sguardo consapevole sul cibo, uno fra gli oggetti dei sensi che più intensamente coinvolge e colora il nostro panorama sensoriale: proprio per questo motivo esso rappresenta uno straordinario strumento di lavoro su di sé.
Alimentazione Intuitiva  è un percorso di consapevolezza che non contempla né la via della rigida disciplina ascetica e di negazione del piacere (assecondata dagli approcci dietetici classici basati solamente sul corpo), né la futile ricerca edonistica del piacere fine a se stessa: il suo proposito è quello di liberare la persona dalle credenze alimentari accumulate e cristallizzate nel corso del tempo (cibi sì/permessi – cibi no/vietati) recuperando la capacità innata, presente in ognuno di noi, di nutrirsi intuitivamente secondo le proprie uniche e reali necessità fisiche, emotive, mentali e spirituali. Imparando a rimanere “qui e ora” con le sensazioni che ci attraversano, ci concediamo consapevolmente di godere del piacere del cibo. Lavoriamo interiormente, con accettazione e determinazione, per sciogliere inutili sensi di colpa e gradualmente risaniamo il profondo conflitto tra iper-controllo e perdita di controllo, astinenza e trasgressione, digiuno e abbuffate, dovere e piacere.